Quando si parla di ghosting si descrive il comportamento di chi interrompe bruscamente una relazione, di qualunque natura essa sia, e di rendersi irreperibile.
In cosa consiste effettivamente questo fenomeno? Il termine ghosting, dall’inglese ghost, significa fantasma ed è usato per descrivere l’atteggiamento di chi decide di sparire e chiudere così una relazione. Il ghoster interrompe ogni tipo di comunicazione definitivamente e in maniera radicale, senza concedere all’altra persona di avere un confronto. Si passa dunque da rapporti intimi e quotidiani a un taglio netto che esclude ogni comunicazione, virtuale e non, apparentemente senza un motivo.
È capitato a tutti di frequentare amici o partner, instaurare rapporti profondi che all’improvviso sono terminati, a causa della sparizione dell’altra persona che non si fa più vedere, non risponde alle chiamate e interrompe ogni contatto. Poco importa se si tratta di una relazione amicale, o di una amorosa, fare ghosting significa tagliare tutti i ponti.
Il ghoster abbandona la vittima con innumerevoli dubbi. La vittima di ghosting inizia così a rimuginare, in alcuni casi in maniera ossessiva, su ciò che è stato detto e fatto, o meglio su ciò che non è stato detto e non è stato fatto.
Sebbene possa sembrare un fenomeno poco diffuso si stima che circa il 50% delle persone ha utilizzato tale “strategia” almeno una volta nella vita. In passato, riuscire a capire se qualcuno fosse divenuto un “fantasma” nella nostra vita poteva essere un processo abbastanza lungo. Oggi invece non è molto difficile scovare il ghoster: l’improvvisa mancata risposta a messaggi e chiamate o, nel peggiore dei casi, la tempestiva rimozione del contatto sui social, sono dei chiari segnali di ciò che sta accadendo.
Può sembrare un processo rapido e indolore – e, sicuramente può esserlo per chi fa ghosting – ma questo tipo di comportamento può essere in realtà estremamente doloroso per chi lo subisce.
Una volta compreso l’accaduto, le vittime si ritrovano in uno stato di profondo turbamento: si chiedono cosa sia andato storto e dubitano di sé stesse, tormentandosi con una serie di domande che non hanno risposta. “Perché?” è sicuramente la domanda più frequente e quella che più porta ad emozioni negative che, in alcuni casi, possono sfociare in episodi depressivi.
Spesso chi decide di terminare un rapporto con il ghosting si giustifica affermando che si ricorre a questo gesto per non ferire l’altro. In realtà sappiamo che non è così: è proprio la sparizione improvvisa e la totale assenza di confronti che possono causare, nelle migliori delle ipotesi, un senso di smarrimento.
Chi subisce ghosting può soffrire di ansia, stress e attacchi di panico o perfino di depressione. Essere abbandonati senza spiegazioni può essere devastante: si prova una profonda rabbia, ci si sente impotenti perché non si riesce a dare una spiegazione. Da qui ha origine il meccanismo per cui la vittima si attribuisce la totale colpa della sparizione. Non avendo una conclusione effettiva – come quando si ha la possibilità di discuterne – si rimane intrappolati in uno stato mentale fatto di angoscia e insicurezza.
Il ghosting oggi si manifesta in molteplici forme: rendersi invisibili sui social, nelle chat, bloccando qualcuno sui social, impedendogli l’accesso ai propri profili. Negarsi, sparire nel nulla, è sempre stato possibile, ma la comunicazione via internet ha reso ancora più comune il fenomeno. Chat e social permettono lo scambio continuo di messaggi, anche in assenza di rapporti diretti. A partire dagli anni Novanta, con la digitalizzazione non c’è più molta differenza tra avere rapporti a distanza e dal vivo ed è questo a rendere il ghosting estremamente doloroso in ogni caso. La comunicazione online rende molto più semplice non assumersi la responsabilità delle proprie azioni: basta chiudere il pc o rimettere in tasca il cellulare. Su internet ci si può rappresentare come si vuole e quando non si riesce a gestire qualcosa la soluzione è a portata di mano.
È un fenomeno molto comune, che esiste da anni, ma che ai giorni d’oggi è divenuto molto più diffuso grazie alle relazioni digitali. Se da un lato stare dietro una tastiera aiuta a mettere da parte paure ed incertezze, dall’altro diventa anche molto più facile sparire.