New York, 9 marzo 1959. All’International America Toy Fair arriva Barbie Millicent Roberts, bella, slanciata e con sguardo ammaliante. Ha i capelli biondi raccolti all’indietro, gli orecchini a cerchio ed indossa scarpe col tacco a spillo e un costume da bagno zebrato. Barbie ha già la sua storia: viene da Willows (un’immaginaria cittadina del Wisconsin), dove vive anche Kenneth Carson (Ken) suo aitante fidanzato creato nel 1961. Barbie è indipendente, vive da sola, guida una bellissima auto, frequenta Ken e si diverte a girare il mondo in camper con le amiche.
La sua storia continua e nel 1992 arriva persino a parlare. Le bambole messe in vendita in quel periodo sul mercato americano, infatti, avevano a loro disposizione 270 frasi possibili e ogni bambola poteva pronunciarne quattro. Tra queste ci fu una frase in particolare, poco apprezzata: “Math class is tough” (Il corso di matematica è tosto). La frase criticata dall’American Associationof University Women poiché alludeva allo stereotipo della donna poco portata allo studio delle materie scientifiche, non è stata più usata. Nel Terzo Millennio, tra le sue innumerevoli carriere, vanta anche quella di ingegnere robotico, informatico e di sviluppatore di videogiochi. Attualmente sono più di duecento le professioni e i mestieri esercitati dalla bambola più famosa al mondo.
Barbie e tanto acclamata quanto contestata, soprattutto per le sue misure praticamente impossibili da eguagliare (in scala: 91 cm di seno, 46 cm di vita, 84 cm di fianchi, per un’altezza di 1.75 cm). Ma la sua è una storia in evoluzione e nel 2009 viene lanciato sul mercato un nuovo set di modelli: nasce così la linea Fashionistas, che solo quell’anno presenta al mondo sei nuove Barbie snodatissime (con 12 punti di articolazione) e alla moda (Arts, Cutie, Girly, Glam, Sassy, Wild, più un maschietto, Hottie) ciascuna con una precisa personalità rispecchiata da abiti e accessori. Oggi le Barbie fashion sono 176, per 9 diverse silhouette, 35 tonalità di carnagione e 94 diverse acconciature e ultimamente la Mattel, in omaggio al politically correct e al suo “relativismo etico catechistico e radicale” ha premuto a fondo sul pedale dell’inclusività e dell’“indifferenza” (gender free) o della “fluidità” (gender fluid) di genere.
Proprio in tema di inclusività, arriviamo ad oggi, con una nuova collezione inclusiva e attenta alla diversità. Ora nei negozi è possibile trovare Barbie calve, con la vitiligine, con protesi o con la sedia a rotelle. L’ultimo modello è la prima bambola Barbie con apparecchi acustici retroauricolari ed esiste anche una Barbie ispirata alla campionessa paralimpica Bebe Vio. Nell’ultima linea lancia c’è anche Ken con vitiligine, mentre la versione al femminile esiste già.
“Questo è solo l’inizio” si legge sul sito della Mattel, “Abbiamo creato prodotti che si ispirano ai ruoli più disparati e fantasiosi e abbiamo fatto squadra con i personaggi più illustri, perché crediamo nelle bambine e nel loro grandissimo potenziale. #PuoiEssereTuttoCiòCheDesideri“.
Lisa McKnight,Executive Vice President and Global Head of Barbie and Dolls, Mattel, a tal proposito ha affermato che: «Barbie crede fermamente nel potere della rappresentazione e noi, in qualità di linea di bambole più inclusiva del mercato, ci impegniamo a continuare a introdurre bambole con una varietà di tonalità della pelle, forme del corpo e disabilità capaci di riflettere le diversità che i bambini vedono nel mondo che li circonda. È importante che i bambini si vedano riflessi nel prodotto e che allo stesso tempo siano incoraggiati a giocare anche con bambole che non gli assomiglino per aiutarli a capire e celebrare l’importanza dell’inclusione».
Barbie è da decenni ormai una delle bambole più vendute al mondo. Ogni mese ci sono nuove uscite ed ogni nuova Barbie cerca di essere sempre più inclusiva e realistica. Dalla bionda con forme evidenti si è passati a bambole con diversi colori di occhi, capelli e carnagione, differenti altezze e taglia. Barbie è diventata un esempio di educazione alla diversità e siamo tutti curiosi di seguire le sue prossime evoluzioni.