Ipotizziamo di avere una grande azienda, un brand famoso o una piccola attività ed abbiamo bisogno di farci conoscere, quale sarebbe la prima mossa da compiere? Una campagna pubblicitaria.
Per campagna pubblicitaria s’intende un insieme organizzato e coordinato di messaggi, veicolati attraverso uno o più media, che mirano a raggiungere un obiettivo prefissato. L’obiettivo di una campagna di social media marketing è quello di aumentare la brand awareness, l’engagement e la brand affinity.
Nello specifico una campagna social si crea sia con contenuti organici che con promozioni a pagamento. Non stiamo quindi parlando di una sponsorizzata che rimane attiva per un certo periodo di tempo, ma di una vera e propria strategia che comprende svariati elementi e contenuti con l’intento di raggiungere un pubblico sempre più vasto. Le attività organiche e quelle a pagamento vanno avanti di pari passo: l’organico ti aiuta a fare branding, mentre le sponsorizzate ti aiutano ad aumentare la tua visibilità. Con la continua crescita del numero di persone che utilizzano regolarmente i social media, le campagne sono diventate il mezzo di comunicazione migliore per rivolgersi a una base di consumatori sempre più ampia. Prima di lanciare una campagna, tuttavia, bisognacomprendere ciò che rende una campagna di social media marketing unica e interessante.
Pianificare una strategia sui social media può essere complesso e non è un’operazione da sottovalutare. Innanzitutto, devi capire cosa vuoi ottenere. Una volta fatto questo, è fondamentale individuare il target, i suoi bisogni, i suoi interessi per capire in che modo sia possibile coinvolgere gli utenti. Solo così si potranno individuare e pianificare al meglio le varie azioni da svolgere per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ed infine, cosa fondamentale, bisogna analizzare i dati per sapere come ottimizzare la campagna.
La pianificazione e la realizzazione della campagna possono essere affidate a un’agenzia pubblicitaria oppure, nel caso di grandi imprese, a un reparto pubblicità, ossia marketing, in-house. Alla realizzazione di una campagna pubblicitaria collaborano anche una serie di fornitori esterni di servizi: dal tipografo al web designer allo studio di registrazione.
Quando sei sui social devi comunicare i valori che ruotano attorno al tuo brand e nei quali il pubblico di riferimento può identificarsi. Questo presuppone quindi un’analisi del proprio target, per comprendere quali sono i comportamenti tipici della tua audience.
In questi casi l’arma più potente è l’originalità. L’originalità paga sempre ancor di più sui social. Le campagne di social media marketing per essere efficaci devono essere originali e non convenzionali, Solo così potrai destare la curiosità e sorprendere il pubblico.
Un’ulteriore arma da non sottovalutare è l’emozione. Fare leva sulla sfera emozionale è un ottimo modo per coinvolgere gli utenti sui social. Il formato che meglio funziona in questi casi è il video. Molte aziende lo utilizzano in occasioni particolari per riaffermare la propria identità e per rafforzare il rapporto di vicinanza con il proprio cliente/utente.
Tutto quello che abbiamo detto è puramente teorico. So bene cosa vi state chiedendo: come si traduce tutto questo nel concreto? Ci stiamo arrivando, tranquilli. Ora cercheremo come funziona davvero una campagna attraverso un esempio!
La campagna Population by Pixel di WWF Japan.
La campagna consiste in una serie di immagini di alcune specie animali in via d’estinzione. La particolarità di queste foto è che sono molto sgranate. Le foto “sgranate” non sono mai piacevoli. Magari non tutti sanno che ciò dipende dal numero di pixel dai quali l’immagine è composta, i pixel altro non sono che piccoli “quadrati” ad ognuno dei quali è associato un colore: minore è il numero di pixel, più questa immagine risulterà sfocata e incomprensibile, e viceversa.
Veniamo al motivo per il quale questa campagna è diventata famosa in tutto il mondo: le immagini sembrano di pessima qualità; quindi, catturano l’attenzione e quando si va a leggere il messaggio non è possibile non commuoversi. Ogni immagine è infatti formata da una quantità di pixel pari al numero di esemplari rimasti in vita per quella specie. Gli animali delle specie ritratte rimasti in vita sono troppo pochi, si riesca a contarli, se ne togliessimo anche uno solo l’immagine sarebbe ancora più nebulosa e, alla fine, non ci ricorderemo più neanche come sono fatti.
Impossibile non rendersi conto di quanto la situazione sia drammatica: tutte le foto risultano molto sgranate ed alcune sono del tutto incomprensibili, il che fa dedurre che il numero di esemplari di quella data specie sia prossimo allo zero. In un mondo di statistiche, numeri e parole, spesso non è facile farsi un’idea della portata di alcune problematiche, specie di natura ambientale. Le immagini ancora una volta ci vengono in soccorso, diventando lo strumento più efficace e veloce per attirare l’attenzione delle persone.
L’idea è stata dunque quella di usare i pixels per evidenziare il problema. Essendo questi gli elementi che compongono un’immagine e che ne determinano la nitidezza, il concetto è che più la foto risulta sfocata, minore è il numero di animali ancora in vita per una determina specie.
La campagna è stata creata dall’agenzia Hakuhodo C&D / Tokyo e ideata dai direttori creativi Nami Hoshino, Yoshiyuki Mikami e il designer Kazuhiro Mochizuki, al cui lavoro si è poi ispirato JJ Smooth 44, aggiungendo altri animali.
Lo scopo, in questo caso, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su una problematica concreta ed importante. Attraverso il magistrale uso di grafica e messaggio, la campagna del WWF ha raggiunto esattamente ciò che voleva raggiungere. Un messaggio importante che un team di esperti ha saputo trasmettere nel miglior modo in tutto il mondo.
Animali pixellati per fare luce sul rischio di estinzione delle specie. Un’idea geniale che ha colpito nel segno.