La nostra realtà, globale e interconnessa, ha creato una serie di fenomeni, eventi ed icone che ne definiscono immaginari simbolici riconosciuti universalmente. Questo fa sì che vengano a crearsi gruppi di persone che finiscono con l’identificarsi con determinati generi musicali, filoni cinematografici, manga, abitudini ed esperienze. Questi gruppi, denominate Fandom – persone collegate con tutto il mondo, che sviluppano propri linguaggi, proprie culture e proprie identità legate al tema di appartenenza. Dinamiche chiuse e circoscritte alle sole persone che ne fanno parte.
Ci sono però fenomeni così potenti da travalicare i confini delle esperienze dei fandom. Fenomeni in grado di diffondersi ovunque per imporsi nell’immaginario collettivo legando tra loro perfino generazioni differenti.
Questo è proprio il caso dei Pokémon, fenomeno globale e consolidato, riconoscibile da tutti. I bambini degli anni ’90 giocavano con le carte dei Pokémon, guardavano l’anime e poi andavano dagli amici a giocare al Game Boy. Quel mondo non era circoscritto ai media con cui venivano in contatto, ma era costruito tutto attorno a loro. Pokémon è stato – ed è tuttora – un universo pensato per essere fruito collettivamente, in cui immergersi completamente. Grazie ai Pokémon si socializzava avendo questo fantastico mondo come punto di contatto.
Le cose oggi non sono cambiate, infatti, se l’elemento sociale sembrava essersi perso con internet, eccolo riemergere grazie alla grande innovazione della Pokémon Company ossia Pokémon GO. Per la prima volta dopo gli anni ’90 milioni di persone scendevano in strada per catturare Pokémon con gli amici. L’uscita sul mercato di Pokémon Go nel luglio del 2016 ha confermato e ampliato il fascino che questo universo immaginario ha sulle persone,
Ai suoi inizi sembrava che i Pokémon interessassero solo ai bambini. Come ha fatto allora un brand per ragazzini a trasformarsi nel fenomeno culturale e multigenerazionale? Così come le creature tascabili si evolvono cambiando forma, anche lo stesso brand Pokémon nel tempo ha saputo evolversi, arrivando ad essere di diritto, oggi, uno degli immaginari più popolari al mondo.
I pilastri principali di questo mondo sono quelli che ancora oggi primeggiano: la diversificazione, intesa come differenziazione tanto dei prodotti (per genere e target) quanto delle stesse creature, la portabilità e il collezionismo. I fan sono consumatori attivi e abitudinari, talvolta anche produttori di narrative e di contenuti a tema (fanart, fangame, cosplay, e così via) che, a loro volta, generano altre nuove interazioni.
Ed ecco il motivo per cui stiamo parlando dei Pokémon proprio il sabato prima di Pasqua. Ancora una volta i consumatori Pokémon si sono fatti sentire riguardo le nuove uova della Kinder dei Pokémon. Suddette uova, arrivate su tutti gli scaffali dei supermercati già ai primi di marzo, sono praticamente sparite in poco tempo, mandando in crisi tantissimi appassionati.
Situazione analoga quella presentatasi lo scorso anno quando McDonald, in vista del 25° anniversario del mondo di Pichachu e dei suoi compagni, ha proposto un Happy Meal con all’interno carte collezionabili dei Pokémon come sorpresa. Anche in quel caso, improvvisamente, il famoso menù per bambini è divenuto molto ambito da bambini e non. (Ammettiamo che anche noi non abbiamo resistito).
Insomma, i Pokémon sono un immaginario vastissimo che abbraccia diverse generazioni di fan appassionati. Sono più di 800 le creature date alla luce da Game Freak, e sono diversi milioni -se non miliardi – gli individui venuti in contatto con questo brand nel corso della sua storia e che ancora oggi rendono il marchio Pokémon una garanzia di successo e guadagno.
E voi siete riusciti a trovare le vostre uova Pokémon?