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La guerra di Anonymous contro Putin

Ormai tutti, o quasi, abbiamo sentito parlare del collettivo Anonymous, il movimento nato nel 2003 che unisce una serie di hacker attivisti (hacktivisti), senza leader o gerarchia, che agiscono in modo coordinato con lo scopo di difendere la libertà di parola e combattere ogni forma di oppressione.

Le attività di chi, di volta in volta, si riconosce nell’azione di Anonymous sono sostanzialmente di due tipi e riguardano da una parte la pubblicazione di informazioni riservate, acquisite tramite incursioni informatiche, dall’altra modifiche o blocchi temporanei delle attività online del target selezionato.

L’azione di Anonymous, a differenza di quelle di altri movimenti, è caratterizzata da attività online, ma anche da interventi “offline”. Quando gli attivisti si mostrano al pubblico lo fanno con indosso la maschera di Guy Fawkes (V per Vendetta), come simbolo di ribellione contro il potere.

Sono molteplici e noti gli attacchi informatici contro svariate società, istituzioni governative e Scientology rivendicati dal collettivo negli ultimi anni, tra alcuni di questi ricordiamo:

  • Dopo la chiusura di Megaupload, Anonymous ha reso impossibile l’accesso ai siti web di varie organizzazioni. Successivamente, nel gennaio del 2012, il collettivo attacca il Wall Street Journal nel gennaio del 2012. L’Operazione è scattata dal sito tedesco del giornale statunitense come protesta per aver paragonato il movimento ad Al-Qaida per potere distruttivo.
  • Il 10 marzo 2012, in Italia, Anonymous attacca il sito di Trenitalia. L’azione nasce per protestare contro la soppressione di alcuni treni InterCity, fenomeno disagevole per migliaia di pendolari, e per lo spreco del denaro destinato alla realizzazione della TAV. Il collettivo ha annunciato l’azione direttamente sul proprio blog ufficiale.
  • Appena il giorno dopo, stesso mese e anno, Anonymous ha attaccato il sito di Equitalia, accusando la società pubblica di impiegare tempi troppo lunghi facendo così crescere esageratamente gli interessi dovuti.
  • Il 13 gennaio del 2012 e il 22 gennaio del 2013 Anonymous attacca la rete informatica del Massachusetts Institute of Technology (MIT). In entrambi i casi le motivazioni sono riconducibili alle vicende legate all’attivista Aaron Swartz, morto l’11 gennaio 2013.
  • Il 10 aprile 2020 alcuni hacker italiani di Anonymous insieme al gruppo LulzSec_ITA danno inizio all’operazione RevengeGram. Gli hacker hanno recuperato caselle di posta e indirizzi IP dei partecipanti di canali Telegram nei quali veniva diffuso materiale pedopornografico e revenge porn.
  • Ed infine arriviamo alla loro ultima impresa: il 25 febbraio 2022 Anonymous ha dichiarato guerra “telematica” alla Russia, a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Il tutto ha avuto inizio con numerosi attacchi a siti governativi e oscurando, tra gli altri, il sito ufficiale di Russia Today.

Quest’ultima azione di Anonymous è sicuramente tra le più clamorose mai attuate dal gruppo. Negli ultimi giorni Anonymous sta facendo molto parlare di sé. Due membri del collettivo, che si presentano come @thewarriorpoetz e @depaixporteur, sono entrati in una rete di 400 webcam attive in tutta la Russia. Anonymous ha caricato le immagini, provenienti da negozi, uffici e luoghi pubblici, sul portale behindenemylines.live, dove vengono trasmesse in live. Hanno però deciso di escludere le webcam che puntavano sulle abitazioni private dei cittadini per tutelare la privacy dei civili russi. Gli attivisti hanno usato queste immagini per pubblicare e diffondere informazioni sulla guerra in Ucraina:

«Putin sta uccidendo bambini. Almeno 352 civili ucraini sono morti».

L’obiettivo è quello di diffondere notizie su cosa sta accadendo, come scritto nel comunicato che accompagna l’azione:

«Quasi 150 milioni di russi non conoscono la verità sulle cause della guerra in Ucraina. Vengono nutriti delle bugie della propaganda del Cremlino. Non ci sono media liberi in Russia e Internet è censurato. Ci auguriamo di poter svegliare alcuni civili ed esortarli a reagire».

Due account Twitter hanno rivendicato l’azione e si presentano come membri di Anonymous. L’organizzazione, infatti, come già detto, non ha una precisa gerarchia e accoglie tutti quelli che si identificano con i suoi valori e le sue battaglie.

Proprio al fine di informare i cittadini russi, il collettivo ha iniziato ad inviare sms attraverso i quali raccontare cosa sta davvero accadendo con l’Ucraina. Gli hacker si sono attivati creando un portale nel quale hanno raccolto innumerevoli utenze russe. Il portale si chiama 1920.in ed è spesso in down per i troppi e continui accessi. Attraverso questa ultima campagna sono stati mandati all’incirca 5 milioni di messaggi di testo nei quali insieme alle informazioni sui bombardamenti sono presenti anche frasi come:

«Qui non ci sono media liberi e i social sono censurati».

E mentre Putin cerca di censurare tutte le immagini provenienti dal “fronte” per celare ai suoi stessi cittadini ciò che sta davvero facendo in Ucraina, l’obiettivo di Anonymous è quello di mostrare la guerra che Putin continua a negare.

Controllando le televisioni e i social russi il collettivo mostra immagini reali di guerre reali e non esercitazioni per il mantenimento della pace come definite da Putin stesso. Anonymous, per sua stessa ammissione, cerca di risvegliare il popolo russo, anch’esso vittima delle azioni del loro “leader”, ed esortarli ad agire.

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